mercoledì 30 luglio 2014

Di lupi e topi che ballano


Ho una bella notizia.
Domani mi getterò in un branco di lupi, anzi! due!
Non ho paura dei lupi?!
No.
Da quando la scialba e piuttosto cecata Cappuccetto Rosso si è fatta mangiare da un lupo vestito da nonna, non ho affatto paura. Anzi, mi è dispiaciuto che il cacciatore abbia fatto uscire dalla sua pancia le due parenti.
Sì, perchè questo povero lupo doveva avere una gran fame per divorarsi di seguito una vecchia ammalata (senza farci il brodo peraltro!) e la sua sciocca e disobbediente nipotina, cioè, doveva avere proprio una grande motivazione, o no?!
E poi, per la verità, l'unica cosa che mi piaceva tanto della storia erano proprio la mantellina rossa e le focaccine portate, trallalà, alla nonna sola e abbandonata nel bosco.
Non mettetevi a fare il Bruno Bettelheim della situazione! Per una volta voglio criticare l'incriticabile, ecco!
In ogni caso salvo il lupo.
...e i lupetti....

giovedì 24 luglio 2014

La fabbrica dei bambini


Il tredicenne apre la porta, il ritardo è evidente. 
Un'ora in sala d'attesa, una minaccia di annullare l'appuntamento, un controllo abbastanza approfondito, l'esclusione di gravità, il sospetto che la vita farà il suo corso.
Il sedicenne è svaccato sul divano, fa finta di avere sonno, sa che se guarda in faccia sua madre lo mette a fare qualcosa e lui più è inattivo più si disattiva!
E lì viene l'idea...

martedì 22 luglio 2014

Di letture e strabismi


Uuuuuhhhh!!! Eccomi qui.
Ci sono, ci sono.
Non so dirvi quante volte in questi giorni mi sono detta "Adesso scrivo un post!"
Poi le cose da fare mi tiravano per la giacchetta e mi ritrovavo a sera con la voglia di mettere la testa sul cuscino!
Ho letto, però, molto.
Ho letto diversi libri, ma in particolare due ve li consiglio:
Il profumo del caffè di Anthony Capella e
Quelli che però è lo stesso di Silvia Dai Pra'.
Il primo è un romanzo d'amore, sulla storia del caffè, del voto alle donne, delle caffetterie, dell'economia, del Brasile, degli schiavi, degli emigrati italiani, delle popolazioni africane, ...sembra impossibile, ma in un libro c'è tutto questo, scritto benissimo, documentatissimo e divertente.
Il secondo è un libro sulla scuola, anzi sembra il sequel del libro Ex cattedra di Starnone (dai cui è stato tratto il film La scuola di Lucchetti): divertente, amaro, tenero, crudo, realistico e spietato. Assolutamente da leggere per chi ha già figli alle superiori.
E' di questa scuola, che è finita da un mese, che vi voglio parlare, per un aspetto non poco irrilevante, il giusto punto di vista.

martedì 8 luglio 2014

Solo per oggi


Solo per oggi
cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.
Solo per oggi
avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi,
non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
Solo per oggi
sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
Solo per oggi
mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.
Solo per oggi
dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio,
ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima.
Solo per oggi,
compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
Solo per oggi
mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò.
E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione.
Solo per oggi
saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l’esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.
Solo per oggi
non avrò timori.

martedì 1 luglio 2014

Due piccoli occhi grandi.

Vuoi vedere come spara il mio fucile ad acqua?
Me lo ritrovo davanti, mentre prendo la bicicletta.
E' nel cortile adiacente a quello di mia madre.
Mi guarda con due occhi grandi e scuri, in attesa speranzosa del mio
Come faccio a resistere?
Non mi conosce, è tutto felice per il suo nuovo gioco, vuole condividere la sua gioia con me.
Sì, fammi vedere...
Aspetta che vado a riempirlo!
Lo attendo con le mani sul manubrio della bici, con la pena nel cuore.
Quel bambino, qualche giorno fa, era uscito singhiozzante da casa, non riusciva a calmarsi, neanche con le rassicurazioni della ragazza che gli fa da tata. Nel frattempo l'uomo che vive con lui e con sua madre urlava come un pazzo, tanto che erano arrivati i carabinieri. L'uomo forse beve, forse no, comunque picchia, picchia sua madre e forse anche lui. I carabinieri lo conoscono, anche i vicini, che vengono spesso spaventati dalle urla.
Nessuno riesce ad avere un rapporto con loro, un rapporto umano intendo.
Il bambino cresce in mezzo a tutto questo.
Arriva tutto orgoglioso e mi fa vedere come spara lontano il suo fucile.
Gli faccio i complimenti, gli chiedo come si chiama e quanti anni ha, se va alla scuola materna, lui mi dà delle risposte e mi chiede della bambina che abita al secondo piano.
L'unica cosa che afferma con molta gioia è che quel fucile è un regalo della sua mamma.
Lo saluto con un sorriso, che non sarà mai così bello come il suo.
Riguardo quei suoi occhi grandi e non posso non pensare a quanta sofferenza hanno già visto, a quanto sia ingiusto, a quanto vorrei portarmi a casa quel bambino tenerissimo che a quattro anni si aggrappa al po' di bello che la sua mamma riesce a dargli.
Il senso di impotenza mi assale e non mi dà tregua.
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